In un momento di incertezza e turbolenza sui mercati, dove è più conveniente guardare? Ce lo spiega Fabrizio Mastroforti, con un approfondimento su tutti quelli che vengono ormai considerati i beni rifugio più solidi e forti, da cui trarre non rendimento, ma protezione in qualsiasi momento.
Io saluto Fabrizio Mastroforti per aprire proprio il focus sulle valute, prima di addentrarci in questo tema, ti chiedo una panoramica dei mercati, per buttarci proprio poi in questo settore.
Come dicevi tu ci sono state nelle ultime settimane diversi interventi delle banche centrali che hanno fatto intravedere, anche se Powell soprattutto ha rassicurato gli investitori per la fiammata inflazionistica che ovviamente è quella più importante e seguita, non sembra tanto sotto controllo secondo me. Prima si dava un certo peso al discorso dell’aumento delle materie prime, degli alimenti, ma anche l’inflazione core continua a salire, c’è da dire che anche la banca Canadese, che era stata la prima a lanciare l’allarme dell’inflazione sopra il 2%, si è riallineata con quello che ha detto Powell, considerano una fase transitoria e hanno rassicurato un po’ gli investitori che pensano non ci sia accenno di tapering o imminente rialzo dei tassi. Anche la valuta canadese è salita, grazie anche alla correlazione che ha con il petrolio, che invece in una stagionalità estiva, solitamente fa delle correzioni, anche perché se vediamo il grafico dell’oil, vediamo una salita senza precedenti, simile un po’ a quella dei mercati azionari, quindi sembra che ci siano delle basi per un rintracciamento come vediamo anche stamattina sui mercati azionari e una prevista da me è un ritorno di forza del dollaro americano, dopo un periodo molto difficile. Perché le rassicurazioni di Powell non sono del tutto comprese, perché l’inflazione continua a salire e quindi qualcuno pensa che tra un po ‘ci sia un intervento almeno al livello di diminuzione graduale della liquidità, che sta durando da molto tempo. Perché i dati macro economici sono buoni in America e quindi non si capisce questo sostegno che sta solo facendo crescere l’inflazione.
Fabrizio è chiaro che, così apriamo questo capitolo, è un periodo di incertezza o attesa, fatto sta che si parla sempre di beni rifugio e questi, al di là dell’oro che è consolidato, sono molteplici, anche proprio attingendo dalle valute, dal forex, quindi vorrei capire con te un panorama su quelle che potrebbero essere le valute definite beni rifugio e potrebbero dare protezione. Innanzitutto come definisci questo periodo?
Se l’inflazione continua a salire, non solo in America ma anche in altri stati, diventa un periodo di turbolenza, non solo sulle valute, ma un periodo di instabilità. Solitamente quando i parametri di inflazione non vengono tenuti sotto controllo, c’è un momento di instabilità. Finora l’orientamento di tutte le banche centrali era portato ad affrontare un periodo di emergenza, che però ha portato, dal punto di vista finanziario/economico, una direzionalità di tutti gli organismi verso un aiuto e degli stimoli che i mercati finanziari accolgono sempre con entusiasmo, in particolare cercano sempre dei rendimenti su quelli che sono i mercati azionari e proprio facendo il confronto con i beni rifugio, che è la macro categoria di cui fanno parte le valute rifugio, cioè che dobbiamo mettere all’interno dei beni rifugio.
I beni rifugio come dicevi tu, in primis è l’oro, una commodity che cresce moderatamente in questo periodo particolare oppure in periodo di mancato contenimento dell’inflazione, quindi si vanno a cercare dei rendimenti, seppur contenuti, ma sicuri, perché in periodo in cui c’è l’azionario che rende qualsiasi cosa si compra, chiaramente questi beni vengono accantonati. L’oro ma anche i titoli di stati possono essere considerati beni rifugio, che chiaramente devono essere ricondotti a delle economie che danno una certa sicurezza, nel senso che non c’è periodo di default nemmeno lontano, quindi anche quando parliamo di titoli di stato come beni rifugio pensiamo ai treasury americani o al bund tedesco.
Si anche perché al momento della scadenza vengono rimborsati direttamente dallo Stato e come hai detto tu, parliamo di paesi solidi dove la protezione arriva da li. C’è chi scrive, in questo momento i titoli di Stato, non sono propriamente il bene rifugio da prendere in considerazione, poi ovviamente c’è da fare una distinzione da paese a paese.
In generale si, è proprio una categoria di bene rifugio, sono quelli stati che danno una sicurezza economica, quindi rendimenti anche bassi ma che possono proteggere dall’inflazione. Sono degli asset che devono proteggere il capitale degli investitori e non cercare dei rendimenti, secondo me il treasury è l’ultimo tassello che manca prima dell’intervento della banca centrale, anche perché se i tassi dei titoli di Stato iniziando a salire senza controllo, è inevitabile l’intervento e a quel punto il dollaro americano potrebbe essere comprato perché già ha un rendimento rispetto ad altri titoli di Stato o strumenti finanziari, quindi non viene visto più come una valuta rifugio, comprata solo nei momenti di storno dei mercati, abbiamo visto la correlazione come oggi per cui il dollaro viene comprato quando c’è un calo dell’azionario, se no finora vengono comprate le azioni. Tra i beni rifugio, un po’ a sorpresa e se n’è parlato molto nell’ultimo anno, è il bitcoin in misura crescente, perché prima parlavamo di headging da parte degli investitori per coprirsi da eventuali momenti e la criptovaluta più capitalizzata, è stata vista come l’oro e acquistata, perché nessun altro diciamo asset poteva dare un rendimento anche interessante anche nei periodi di difficoltà.
Peraltro anche Powell aveva definito il bitcoin, un bene rifugio più che una moneta, ma ci torneremo. Sul fronte proprio di valute come bene rifugio, parliamo di monete che si riferiscono a paesi robusti e solidi e con anche dati macro positivi che trasmettono solidità e quindi valute che non sono soggette a svalutazione. Partiamo da quelle che ancora oggi mantengono questo status.
Diciamo che quelle che mantengono lo status e per eccellenza sono rimaste valute rifugio anche se le dinamiche non corrispondevano sui mercati ma proprio per le caratteristiche dell’economia e del debito all’interno del paese, il franco svizzero e lo yen giapponese sono considerate le valute rifugio per eccellenza, hanno lo status di rifugio. Poi come dicevi tu, anche l’euro nel tempo è stato una valuta rifugio, perché dava dei rendimenti accettabili in momenti di turbolenza dei mercati o crisi economiche, quindi in certi momenti era preferito perchè una certa solidità la aveva e così il dollaro americano, era considerato un bene rifugio proprio in questi ultimi mesi, anche le Corone scandinave lo sono state, perché davano quella solidità economica. Per quanto riguarda il franco e lo yen, mantengono questo status perché in ogni momento di turbolenza, si presume che le organizzazioni con un sistema e liquidità molto stabile, un sistema sufficientemente buono e capace di affrontare un’ondata di prelievi dalle banche, viene visto anche come neutralità, quindi possono richiamare in ogni momento l’attenzione di chi cerca almeno una protezione del capitale perché si sente tranquillo nel vedere la Svizzera. E così il Giappone, pur non avendo interessi alti e appetibili, anzi spesso ha dovuto fare i conti con una stagnazione economica, ricordiamo che dal 2001 al 2011 il PIL non è cresciuto, ma viene considerato un paese solido, anche perché si dice che è la più vecchia grande economia del mondo, con poche influenze dall’esterno, il debito è al 99% nelle mani dei cittadini giapponesi quindi anche per un discorso di speculazione, come abbiamo avuto anche nel nostro paese, in cui stati esteri potevano intervenire anche pesantemente sul nostro debito, li questa eventualità non è contemplata e quindi è una sicurezza in più. In più dal punto di vista elettronico e automobilistico dà questa impronta di forte attaccamento allo Stato e al lavoro che da una certa sicurezza a chi investe in questo paese e quindi è vista un’economia stabile anche quando non c’è crescita. Certi dati, se venivano dagli Stati europei o dall’America, ci sarebbe stata una reazione completamente diversa. C’è questa fiducia storica di fondo.
Si è un po’ il discorso che si fa con i beni rifugio, che non ci da magari rendimento, ma ci da protezione, allo stesso modo ho trovato questa associazione con l’economia giapponese, che è al tempo stesso un bene rifugio. Quindi ricapitolando e magari aggiungendo qualcosa, abbiamo detto dollaro, franco svizzero, yen e altri? Per completare questa carrellata.
Bisogna anche considerare in piccole percentuali, anche se il bitcoin è una valuta o un bene rifugio, perché una piccola percentuale potrebbe essere inserita in un portafoglio di beni rifugio, ovviamente in percentuali limitate perché sono comunque monete ad alta volatilità. Poi come dicevo anche le corone scandinave che continuano a far crescere le loro economie quindi in un periodo di turbolenza dare un’occhiata anche a quei paesi.