Pregliasco: Omicron, un’alleata verso al fine della pandemia, non demonizziamola

La variante Omicron, che ogni giorno sempre di più marca la sua presenza sul territorio nazionale italiano e in giro per il mondo nei nuovi casi, potrebbe essere la mutazione che poterà il Covid-19 verso la fine della pandemia?
Omicron

La variante Omicron, che ogni giorno sempre di più marca la sua presenza sul territorio nazionale italiano e in giro per il mondo nei nuovi casi, potrebbe essere la mutazione che poterà il Covid-19 verso la fine della pandemia? Dopo la terza dose, dovremo sottoporci a richiami successivi, e ogni quanto? L’obbligo vaccinale può mettere la parola fine alla pandemia o, accanto ai vaccini, sarà necessario schierare altre armi come i farmaci che gli studiosi stanno cercando di mettere a punto? A queste e alle altre domande più frequenti del periodo, relative alla quarta ondata di Covid, ha risposto il virologo Fabrizio Pregliasco, ospite di Manuela Donghi nella puntata odierna di Instant Focus.

Professor Pregliasco, perchè ancora tutti questi contagi nonostante i vaccini?

Questo virus ci riserva sorprese, con un numero di varianti inatteso, proprio l’instabilità genetica è il maggiore vantaggio del Coronavirus. Omicron ha una contagiosità elevatissima e i vaccini che sono stati prodotti sinora hanno qualche difficoltà a intercettarla pienamente. Ma non è una debacle totale perchè questi vaccini riescono comunque a evitare l’insorgenza della malattia in forma grave. In futuro, sarà necessario fare ricorso a un vaccino aggiornato, ma la vaccinazione non sarà più universale come adesso ma riservata ai soggetti più fragili.

Ci libereremo mai delle varianti?

Delle varianti non ci libereremo, proprio come accade con l’influenza che colpisce ogni anno in forma nuova. Il picco dovrebbe arrivare verso la fine di gennaio, ma con la diffusività gran parte della popolazione si potrà immunizzare. L’elevatissima contagiosità di Omicron aiuta paradossalmente a un’attenuazione della pandemia. Più le persone si contagiano, spesso in maniera lieve o addirittura asintomatica, più la popolazione sviluppa anticorpi. Il problema è che l’immunizzazione non dura per tutta la vita , come ad esempio per il morbillo. Dobbiamo pensare a questa pandemia come alle onde che si formano nello stagno quando gettiamo un sasso. Le prime onde sono più spesse e concentrate, poi via via diventano più ampie e si attenuano d’ intensità. 

Dovremo sottoporci a un vaccino per ogni variante?

A differenza di Delta, probabilmente per Omicron sarà necessario un vaccino specifico. Ma, ripeto, in futuro prevedo che il richiamo annuale sarà destinato prevalentemente ai soggetti a rischio, proprio per l’attenuazione della forza del virus. Con la primavera, avremo come l’anno scorso una riduzione dei casi, il Covid segue la stagionalità degli altri virus respiratori. Detto questo, per le stagione invernale da qui ai prossimi anni dovremo prendere delle precauzioni in più, magari indossare sempre la mascherina come i turisti orientali che un tempo prendevamo in giro.

Riusciremo mai a raggiungere l’immunità di gregge?

L’immunità di gregge non ci sarà in senso stretto. La malattia non scomparirà del tutto come è accaduto per il virus Sars-Cov 1, ma le ondulazioni del virus saranno più tenui. Se vogliamo fare dei paragoni con l’influenza spagnola, non è corretto dire che dopo due anni è sparita: anche in quel caso ci sono state diverse ondate e il virus che l’ha provocata non è del tutto scomparso ma si è attenuato, diventando sostanzialmente innocuo. In questo momento, abbiamo una co-circolazione di Delta e Omicron, Omicron è attualmente al 60% e speriamo che diventi totalmente dominante perchè se si diffonde, ma in maniera lieve, aiuta a raggiungere più velocemente l’immunità. Un’immunità diffusa ma non totale, proprio come per l’influenza stagionale. 

I farmaci, più che i vaccini, potranno essere la vera arma per sconfiggere il virus? E cosa pensa dell’obbligo vaccinale?

I farmaci saranno una risorsa importantissima, tanto quanto i vaccini. Finora abbiamo potuto contare solo su farmaci generici come il cortisone, l’eparina, l’ossigeno. Presto, invece, potremo contare sui monoclonali e su altri prodotti che le case farmaceutiche sono pronte a mettere sul mercato. Per quanto riguarda l’obbligo vaccinale (che in Italia è previsto solo per gli over 50), mi rendo conto che si tratta di una scelta politica che tocca la libertà personale. Una persona è libera di lasciarsi infettare o di ammalarsi ma qui non stiamo parlando del fumo, per cui un individuo sconta personalmente la sua libera scelta. Stiamo parlando di una malattia infettiva che può essere trasmessa, si lede la salute altrui. La vaccinazione non ha dato risultati totali, definitivi ma notevoli. Quindi, credo che l’estensione dell’obbligatorietà, come esiste per altre malattie, sia la scelta più efficace.

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