Campioni d’Europa lo siamo già, e in ben 830 casi.
Sono i prodotti in cui l’Italia eccelle in termini competitivi, superando ogni altro partner europeo per avanzo commerciale. Saldo attivo con cui è possibile misurare l’impatto netto internazionale delle proprie produzioni manifatturiere, differenza tra export e import che dà la misura della forza competitiva nelle singole produzioni.
I dati puntuali, elaborati dalla Fondazione Edison, prendono in esame la sterminata selva dei 5.388 prodotti in cui è suddiviso il commercio internazionale, codici che sono stati riclassificati guardando al saldo commerciale generato, mettendo in fila ogni singolo paese su questa variabile.
Nel complesso, guardando all’arena competitiva europea, l’Italia vince in 830 diverse situazioni, altrettanti prodotti in cui battiamo Germania, Francia, Spagna, Regno Unito e ogni altro partner continentale, primati che nel complesso sono in grado di generare un saldo attivo per 140 miliardi di dollari.
Dove? Il saldo attivo maggiore è nella gioielleria, con i distretti di Alessandria, Vicenza e Arezzo a generare un attivo di cinque miliardi. Valore assoluto che risente tuttavia dei prezzi della materia prima, l’oro, soggetto ad ampie fluttuazioni.
Al secondo posto troviamo un’altra eccellenza del made in Italy, le lavorazioni delle borse in pelle, produzioni localizzate in gran parte in Toscana e in grado di generare un attivo di 4,5 miliardi di dollari. Non a caso, il distretto di Firenze è proprio quello che negli ultimi anni ha generato i maggiori incrementi di export in valore assoluto, grazie ai big nazionali ma anche a numerose multinazionali del lusso che hanno scelto di localizzarsi qui.
Al terzo posto per saldo attivo è l’area vasta della rubinetteria e del valvolame, con i distretti piemontesi e lombardi a stracciare la concorrenza internazionale, producendo un avanzo di quattro miliardi di dollari grazie in particolare alle produzioni di Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli, Brescia e Bergamo. Appena dietro ci sono le piastrelle, con Sassuolo a replicare la semifinale appena giocata “eliminando” la Spagna, unico vero concorrente europeo del nostro paese in questo settore.
Altro punto di forza è nel packaging, con i macchinari (qui l’Emilia Romagna è leader mondiale) del settore a sviluppare un attivo di 2,6 miliardi, che sale a ridosso dei quattro miliardi con gli impianti per l’area delle bevande, altro settore da primato europeo.
Vantiamo inoltre 618 secondi posti (la Germania si ferma a 582) e 399 medaglie di bronzo (il paese più vicino è l’Olanda con 347), posizioni che ci portano nel complesso ad avere 1847 prodotti sul “podio”: di fatto, tra tutte le 5.388 produzioni censite, in più di un caso su tre l’Italia è nelle posizioni di testa.
In termini complessivi, tenendo conto delle produzioni in cui ci classifichiamo ai primi tre posti, l’avanzo commerciale generato dall’Italia sfiora dunque i 240 miliardi di dollari, secondo maggior valore dopo la Germania. Alle nostre spalle l’Olanda, i cui valori tuttavia sono fortemente condizionati dall’interscambio generato da Rotterdam, di fatto solo una partita di giro. E poi la Francia, con un attivo di 170 miliardi, generato però da un numero drasticamente minore di prodotti: quasi la metà rispetto ai nostri 1847
Se i successi nel campionato europeo sono rilevanti, l’Italia è in grado di togliersi ampie soddisfazioni anche in ambito globale. Dai dati della Fondazione Edison pare infatti evidente la nostra capacità competitiva anche in un ipotetico campionato mondiale. Qui la concorrenza è evidentemente più dura, con una discesa in campo di attori di dimensioni diverse, Cina in primis.
Al terzo posto ci classifichiamo 355 volte, in altri 372 casi arriviamo secondi. E sul gradino più alto, a “sollevare la coppa”, ci troviamo in ben 249 casi. Altrettanti prodotti in cui il primato mondiale ci gratifica con un saldo attivo di 66 miliardi di dollari.