“C’è un incontro importantissimo il 14 maggio 2018, quando Papa Francesco riceve il cardinale Marx e altri esperti delle finanze, i suoi consiglieri più vicini che prospettano il rischio di default. In quella riunione drammatica, il Papa si preoccupa sopra ogni cosa dei dipendenti, dicendo che la priorità è assicurare la pensione a tutti, in nome della dottrina sociale della Chiesa. Il Vaticano non è una società quotata in borsa, non si possono fare degli scivoli o se ci sono 2000 esuberi, mandarli via. Il Papa si preoccupa anche perchè il fondo pensioni del Vaticano ha un deficit tra i 400 e i 600 milioni di euro, a seconda delle stime. Per invertire la tendenza viene creata questa unità di crisi che si è data tempo fino al 2030 per sanare i conti”.