Oltre alle vacanze, il periodo estivo porta con sè ormai una costante: l’aumento del prezzo della benzina. Ma cosa c’è davvero dietro questo fatto? Si tratta davvero di una beffa nei confronti dei consumatori? Abbiamo fatto il punto della situazione con Marco Donzelli, presidente Codacons.
Marco Donzelli, presidente Codacons, bentrovato. Sei d’accordo con il fatto che sembra un po’ una beffa il fatto che i rincari della benzina siano in concomitanza con il periodo estivo?
Si assolutamente è una vicenda che noi stiamo analizzando ormai da un decennio e su cui abbiamo fatto esposti su esposti all’anti trust, noi diciamo che non è possibile che nella determinazione del prezzo della benzina, il consumatore, non abbia la possibilità di verificare e capire cosa determina il prezzo. Perché in effetti è così, noi sappiamo che ci sono le accise, ma quello è un dato ineluttabile, come lo sono la morte e il pagamento delle tasse, ma non sappiamo quali sono le voci che compongono il prezzo accanto a quello delle accise che vengono pagate, cioè cosa determina il prezzo della benzina sulla base del prezzo del petrolio al barile. Questo non è dato da sapere, rimane un mistero per noi consumatori, ma anche per l’antitrust, il governo, ma anche le organizzazioni che vigilano sul controllo del prezzo tanto è che ogni siamo qui in concomitanza delle vacanze estive o invernali ad assistere al prezzo della benzina. Cosa può fare il consumatore? Non ha potere, non ha forza, è solo un pollo da spennare, l’unica cosa è cercare di rendere più sostenibile la spesa e si fa poi un discorso anche di sostenibilità ambientale, nel senso che se noi cerchiamo di utilizzare meno la macchina, abbiamo la possibilità di ridurre e contrastare l’aumento della benzina che c’è nel periodo estivo. Se noi riduciamo ad esempio la velocità della macchina in un percorso lungo, se da 120 andiamo per dire a 100 all’ora, abbiamo un decremento della benzina alla fine. Queste sono ovviamente delle soluzioni un po’ maccheroniche da parte del consumatore ed è incredibile che siamo Campioni d’Europa anche in questo.
Ecco infatti, ti risulta che i costi in Italia sono tra i più alti in Europa? Intendo dire, poi tu facevi riferimento alla partita di ieri, ma anche sui costi lo siamo.
Si oltre al problema legato alla trasparenza nella determinazione del prezzo che arriva alle pompe, ci sono state numerose denunce da parte dell’anti trust su possibili o effettivi cartelli tra le società che si occupano della distribuzione del petrolio, perché è chiaramente strano che tra una pompa e l’altro vi sia una differenza così lieve di prezzo, quando giriamo per l’Europa ci sono differenze di prezzo molto più sensibili, ma rimane il fatto che il consumatore purtroppo nel nostro ordinamento, che è l’elemento più importante perché determina i flussi del mercato di offerta e domanda, è l’ultima ruota del carro. Non ha voce e titolo su nulla, quello che viene deciso ad un livello più alto, è quello che, salvo piccole varianti per cui abbiamo l’illusione di poter scegliere, ma in realtà la decisione del consumatore è pressoché nulla, viene effettivamente deciso.
Bene fa piacere saperlo, abbiamo capito che questi rincari nel periodo estivo indica un po’ di speculazione, credo si possa dire così, fondamentalmente tu ci stai dicendo, serve un sistema più controllato dei prezzi anche se si tratta di libero mercato, ma chiaramente il controllo, forse ancora di più dovrebbe esserci, e mi verrebbe da dire anche una maggiore responsabilità da parte delle compagnie petrolifere che comunque lamentano che il problema del caro prezzi in Italia è dovuto proprio all’alta pressione fiscale. Io leggo che incide su circa 2/3 sul prezzo finale alla pompa di benzina, ma il controllo, forse, è quello che servirebbe maggiormente, anche con un consumatore più dentro queste situazioni.
Certo, lo stato Italiano ma in generale tutti, ritengono che far pagare le tasse sia assolutamente democratico attraverso l’imposizione di accise sulla benzina, la benzina la usano tutti, quindi chi più la usa paga, ma la usano anche le aziende per produrre beni e servizi, quindi la politica del faccio pagare le tasse attraverso le accise sulla benzina, dovrebbe essere un discorso ben più articolato. Il Codacons si è espresso su questi temi proponendo una revisione di diverso spettro, sul costo del denaro e sull’acquisto del petrolio per far funzionare imprese, famiglie e auto ci dovrebbe essere una riflessione macro economica più coerente, in modo da rendere possibile all’industria italiana di non dover sopportare costi elevati, che comporta il non essere quindi in competizione con tutto il resto delle aziende nel mondo e dall’altro lato dare alla possibilità ai consumatori di poter scegliere liberamente, tra le scelte che ogni giorno facciamo, la visione di un risparmio attraverso la visione di un prodotto che quando andiamo al supermercato in qualche modo decidiamo, mentre nel mondo della benzina si hanno ben poche scelte, non decidiamo nulla, come già detto l’unica cosa per rendere più sostenibile e meno inquinante il consumo è quello di cercare di andare meno in macchina e riducendo la velocità dell’auto, creando dei risparmi già nel giro di un anno.
Ecco è una cosa che si sa che più si va veloce più si consuma, ma magari non sempre ci si pensa.
Certo noi abbiamo fatto un’indagine, che nel corso di un anno, diminuendo la velocità da 50 km all’ora in città a trenta, si arriva nello stesso tempo di percorrenza, ma si hanno meno omicidi stradali meno infortuni e una diminuzione del consumo della benzina. 30 all’ora rispetto ai 50, che potrebbe essere una bestemmia nella patria delle automobili, ma se arrivi comunque a destinazione in città nello stesso tempo, vuol dire che tu come individuo ad una riduzione dei costi tuoi, dell’inquinamento, tanti ciclisti che non vengono investiti e pedoni.
Benzina, abbiamo già appurato che i rincari ci sono già stati, ma dobbiamo attenderci altro? Ho fatto proprio scrivere in sovra impressione che sul caro-portafoglio ci aspettano altre sorprese. È vero?
In questo periodo post covid, è tutta una corsa a riuscire a recuperare quelle quote di mercato da parte delle imprese e degli esercenti di servizi che sono state perse nell’ultimo anno e mezzo, potrebbe sembrare anche un discorso comprensibile però nell’economia non funziona così, se io diminuisco i prezzi ho possibilità di vendere di più, se li alzo la domanda diminuirà, quindi il nostro consiglio è quello di non pensare ad una politica che è quella di colmare la mancata vendita con l’aumento di prezzi ingiustificato o con fregature a danno dei consumatori, il nostro suggerimento anzi è quello di stringere un patto tra consumatore e commerciante, si crei una condizione di fiducia perché il consumatore abbia voglia di comprare. Come si deve fare? Mostrando la possibilità di fare affari, comprando cose durevoli e mostrando al consumatore che si può spendere i propri soldi in modo ottimo, quindi se il commerciante acquista questa filosofia a largo raggio, il consumatore comprerà di più, se il commerciante cerca, attraverso l’aumento della benzina, dei prodotti di prima necessità, di colmare la mancata vendita dell’ultimo anno e mezzo, non farà la cosa giusta né per sé stesso né per l’economia.
Ecco questi consigli sono molto preziosi, non sarebbe male fare, più o meno regolarmente dei vademecum e delle regole per far si che il consumatore possa capire come aggirare questi ostacoli, perché spesso dobbiamo accettare i rincari, perché o ci chiudiamo in casa o questi ci sono, ma magari si riescono a tamponare i danni. Sei d’accordo che il consumatore non dovrebbe essere preso in giro? Nel momento in cui dobbiamo navigare a vista, noi per primi possiamo fare qualcosa per arginare un po’ il danno.
Beh ognuno è libero di fare quello che vuole, io personalmente penso che un mondo in cui c’è più fiducia da parte del consumatore e il commerciante mette in condizioni il consumatore di acquistare cose valide e buone, è un mondo che io preferisco, il mondo che preferisco è chiaramente un mondo dove la gente non è pecora e cerca di informarsi, perché il mondo cambia nel momento in cui ci si informa e si tocca la sensibilità, allora uno a questo punto pensa di fare cose migliori.