Breve sguardo di approfondimento su una delle aziende quotate nell’indice italiano FTSI MIB e che la maggior parte di noi hanno in casa come rete telefonica e di navigazione: Telecom Italia. Analisi dell’andamento, dei rischi e dei debiti con l’esperto Andrea Cartisano.
Siamo al nostro caso di borsa della settimana e il titolo lo vedete in sovra impressione, è Tim, che ha confermato i ricavi nel primo trimestre, si attesta a 3,8 miliardi di euro. Un risultato che è in linea con il primo trimestre del 2020. Ha dimostrato la soddisfazione anche l’amministratore Delegato Gubitosi “numeri positivi nonostante la situazione generale legata alla pandemia”, quindi ricavi confermati. Tra l’altro da parte di Tim nel corso del primo trimestre, sono state attivate 424.000 nuove linee ultra broadband retail con un incremento del 119% year to year con un risultato positivo anche per quanto riguarda le linee mobili, pari a 30,2 milioni di utenze. E continua l’impegno della società verso le aree bianche, detto questo, qualche informazione generale sulla società…Andrea perché hai voluto portare all’attenzione dei nostri telespettatori Tim e cosa ne pensi tu al livello generale?
Io devo dire che sono in conflitto di interessi in questo momento perché detengo il titolo nella mia newsletter finanziaria, però allo stesso tempo rimango una persona obiettiva, quindi paradossalmente, anche perché non sono le mie parole che possono indirizzare l’andamento di Tim, devo essere coerente con quello che ho sempre detto. Sono parole forti, lo ammetto, ma vanno ovviamente decontestualizzate: SE TIM NON SI CHIAMASSE TIM E SE FOSSE UN’AZIENDA PRIVATA AL 100% SENZA ESSERE DICIAMO UN’AZIENDA STRATEGICA, OGGI NON ESISTEREBBE PIU’ perché ho sarebbe stata rilevata a prezzi molto molto più bassi perché ha sempre avuto per colpa di due leverage, semplifico, scatola vuota, piena di debiti, che compra Telecom senza debiti e per comprarla carica i debiti che sono stati fatti per l’acquisizione, usata anche dai Benetton, per autostrade per l’Italia, in poche parole, qual è il vero dramma dell’ultimo decennio di Telecom? Che ha sempre avuto dei debiti, una posizione finanziaria netta negativa, superiore al proprio fatturato per cui un’azienda che fosse finanziata dalle banche normale, avrebbe difficoltà a proseguire la propria attività. Perché Telecom non ha mai rischiato questo dramma? Perché è proprietaria della rete e perché in ogni caso bisogna riconoscere, e comincio ad essere più ottimista sul futuro, non tanto per la rete unica che peraltro ha fatto crollare il titolo quando è stata smentita e peraltro aveva quel gap down lasciato aperto, perché finalmente sta iniziando una seria fase di riduzione del debito, quello per Telecom è la priorità, infatti nel comunicato stampa che ha emesso la società, uno dei primi punti, del 19 maggio scorso, è proprio la riduzione del piano di debito. Questo è secondo me ancora più importante del pareggio dei ricavi, 3,8 miliardi, del modesto utile, della business con Dazn che si è aggiudicata i diritti per la Serie A, l’ingresso di KKR, però mi raccomando ogni trimestre il focus deve essere sul debito perché secondo me una società che ha un fatturato minore del proprio debito, non avrebbe lunga vita nel sistema privato, quindi speriamo che continui questo miglioramento se Gubitosi lavorerà come le premesse ci dicono, è possibile che Tim abbia visto i minimi sulla prima ondata di pandemia e in realtà poi ha fatto un doppio minimo e possa tornare a livelli più consoni, teoricamente tra 0.54 e 0.59 nel breve periodo di può tornare e soprattutto nella seduta critica del 6 di maggio dove si ventilava l’ipotesi che saltasse la rete unica, da un minimo di 0,48 ha poi chiuso a 0.42 facendo un bell’hammer quindi il titolo potrebbe tranquillamente invertire la tendenza ribassista che ormai accompagna il titolo da post bolla internet perché è una delle società che insieme ad alcune banche, ha fatto peggio negli ultimi 10 anni nella borsa italiana.