8 Marzo – 8 Maggio, donne e lavoro: diamo i voti!

Continua l’impegno mensile dell’Osservatorio permanente D&I di Le Fonti avviato l’8 marzo scorso in occasione della Maratona televisiva #lefonti8marzo “Donne e Lavoro”. Nei grandi studi legali, resta pressoché
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Milano, 8 maggio 2021 – Continua l’impegno mensile dell’Osservatorio permanente D&I di Le Fonti avviato l’8 marzo scorso in occasione della Maratona televisiva #lefonti8marzo “Donne e Lavoro”. Nei grandi studi legali, resta pressoché invariato il ranking delle quote rosa. Eppure, promozioni e movimenti di partner non mancano in quest’ultimo mese.  Quasi tutti al maschile, però, eccezion fatta per la nomina a partner di Valentina Marengo in Dla Piper. Da segnalare, poi, la promozione di Tessa Lee a partner in Linklaters, studio anglosassone che prima di questa nomina segnava la sola Claudia Parzani nella “stanza dei bottoni” dei soci.
Il resto, è appannaggio degli avvocati uomini. A partire dalla rivoluzione nella governance di Chiomenti, che vede coinvolte due sole donne Giulia Battaglia nel comitato strategico e Patrizia Liguti nel comitato remunerazioni. Per il resto, i vertici sono rappresentati da Francesco Tedeschini (presidente), Filippo Modulo (confermato managing partner), Gregorio Consoli (co-managing partner), il comitato strategico da Massimo Antonini e, come detto, Giulia Battaglia, gli altri comitati (remunerazioni e probiviri) composti da sette uomini e una donna. Più che una rivoluzione, un ritorno al passato in tema di diversity.

Nel settore finanziario, pochi i movimenti volti all’inclusione della componente femminile nei ruoli apicali. Nota di merito a Fineco che a marzo, con la nomina di Alessandra Pasini, diventa a tutti gli effetti la prima società del FTSE Mib con un cda a prevalenza femminile. Un importante segno di cambiamento da parte di un primario gruppo finanziario. Nota invece negativa per Fidelity, che in Italia presenta una struttura fortemente al maschile soprattutto per quanto riguarda i ruoli decisionali. Fidelity in passato ha visto la leadership italiana di Francesca Martignoni come Country Head, ma dopo il suo addio, la parità di genere all’interno della società sembra completamente dimenticata, per far posto ad una direzione più androcentrica.

Negli ultimi 30 giorni migliora nettamente la posizione di Cattolica Assicurazioni in tema di parità di genere. Il CdA della società ha infatti approvato la lista di candidati da sottoporre alla prossima assemblea degli azionisti prevista per il 13 e 14 maggio prossimi: sul totale dei 15 nominativi presentati, ben il 40% è donna. Nessuna presenza femminile invece tra le nuove nomine in ITAS: il CdA ha infatti nominato Giuseppe Consoli nuovo presidente e Alberto Pacher e Alexander von Egen vice presidenti. Insomma, un passo avanti e uno indietro: se questo è lo specchio dell’attività sul tema di genere dell’intero comparto serve prestare attenzione, perché il rischio è lo stallo.
 

Pressoché invariata è la percentuale di quote rosa all’interno dei CdA delle società quotate. Ma nulla si muove, affinché tutto si muova. Grande attesa infatti per le nuove nomine: saranno ben 115 gli Organi sociali, di cui 74 CdA e 41 Collegi sindacali, in 90 Società che andranno al rinnovo con le assemblee di bilancio di prossimi giorni. Come rilevato anche da Consob, complice l’applicazione della Legge Golfo-Mosca, la diversità di genere nella composizione degli organi di amministrazione e controllo delle società quotate ha raggiunto quasi il 39% nel 2020, ma solo il 2% del totale dei CEO è donna.

La speranza è che questo dato non solo aumenti, ma che rappresenti un trend destinato a non fermarsi.

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